giovedì 6 maggio 2010

IN QUESTO BLOG PRESENTO LE ILLUSTRAZIONI ESEGUITE DA LEONARDO DA VINCI, UNO SCHEMA SIMBOLICO DA ME PREPARATO PER DUE PERCUSSIONISTI NELL'AMBITO DI UNA PERFORMANCE POETICA IN VILLA SASSA A LUGANO, IL TESTO CONTENUTO NEL TIMEO DI PLATONE CHE DESCRIVE I CINQUE VOLUMI PLATONICI E ALLA FINE LA SPIEGAZIONE DELLA MATEMATICA USATA DA PLATONE PER COSTRUIRE I CINQUE VOLUMI.









PLATONE
TIMEO:
V. SECONDA PARTE DEL DISCORSO DI TIMEO.
(da 53C in avanti)

Il Demiurgo ha prodotto i quattro elementi
Queste cose, dunque, che allora si trovavano in questo stato Egli in primo luogo le modellò con forme e con numeri.
Che il Dio abbia costituito queste cose nel modo più bello e migliore che fosse possibile, muovendo da una loro condizione che non era affatto così, anche questo per ogni cosa resti saldo come detto una volta per tutte.
Ed ora bisogna che io provi a dimostrarvi l'ordinamento di ciascuna di queste cose e la loro generazione con un discorso non usuale; ma, poiché voi conoscete anche i metodi che riguardano il sapere, mediante i quali è necessa¬rio dimostrare le cose che vengono dette, mi seguirete.
In primo luogo, che fuoco, terra, acqua e aria siano corpi, è noto indubbiamente a chiunque.
Ma ogni genere di corpo ha anche profondità.
E la profondità, poi, è necessa¬rio che comprenda la natura della superficie.
Ma la superfi¬cie piana e retta è costituita di triangoli.
E tutti i triangoli derivano da due triangoli, aventi ciascuno un angolo retto e due acuti.
Di questi triangoli, poi, alcuni hanno da ciascuna parte una parte uguale di angolo retto delimitata da lati uguali; altri, invece, hanno parti disuguali divise da lati disuguali.
Poniamo, dunque, che questo sia il principio del fuoco e degli altri corpi, procedendo con il ragionamento congiunto con necessità probabile.
I principi, poi, che sono al di sopra di questi li conosce Dio e degli uomini chi è amico di Dio.
Dunque, bisogna dire quali siano quei corpi bellissimi, quattro di numero, dissimili tra di loro, ma alcuni dei quali sono capaci di nascere gli uni dagli altri, dissolvendosi. Infatti, se riusciamo in questo, possediamo la verità intorno alla generazione della terra e del fuoco e dei corpi che secondo proporzione stanno in mezzo a loro.
Infatti, questo non concederemo a nessuno, ossia che ci siano corpi visibili più belli di questi, ciascuno costituente un genere. Bisogna, dunque, occuparci di comporre i quattro generi di corpi differenti per bellezza, e dire che noi abbiamo adeguata¬mente compreso la loro natura.

Il Demiurgo ha prodotto gli elementi fisici da triangoli elementari
Dei due triangoli l'isoscele ha avuto una sola natura, lo scaleno infinite.
Di queste infinite, dunque, bisogna sceglie¬re la più bella, se vogliamo incominciare in modo conve¬niente.
E se qualcuno ne ha da indicare un'altra che sia ancor più bella, da lui scelta per la costituzione di questi corpi, costui vince non come nemico, ma come amico.
Dunque, noi dei molti triangoli scaleni ne proponiamo uno come il più bello, tralasciando gli altri, ossia quello da cui deriva la costituzione di un terzo, quello equilatero.
Per quale ragione sia così, è lungo da dire.
Ma per chi confuti questo e trovi che non è così, è pronta in premio la nostra amicizia.
Dunque, si scelgano due triangoli, coi quali sono stati prodotti il corpo del fuoco e i corpi degli altri elementi: l'uno sia isoscele, e l'altro che abbia il quadrato del lato maggiore triplo del quadrato del minore.
Ma ciò che in precedenza fu detto in maniera non chia¬ra, ora bisogna definirlo meglio.
Infatti, i quattro generi ci sembrava che avessero tutti quanti una reciproca generazio¬ne, ma questa non era se non un'apparenza non giusta.
Infatti nascono, dai triangoli che abbiamo scelto, quattro generi, tre dei quali da quel solo triangolo che ha i lati dise¬guali, mentre il quarto, e questo solo, è costituito dal trian¬golo isoscele.
Non tutti possono dunque, sciogliendosi gli uni negli altri, da molti piccoli diventare pochi grandi e viceversa, ma per i tre primi è possibile.
Infatti, essendo nati tutti da un solo triangolo, una volta scioltisi i più grandi, se ne formano da essi molti piccoli, accogliendo le forme a loro convenienti; e quando i molti piccoli a loro volta si dis¬solvano nei triangoli elementari, formandosi un'unità di un'unica massa, se ne forma un altro genere grande.
E questo basti sulla trasformazione dei generi l'uno nell'altro.
Ora sarebbe conveniente dire come si sia generato ciascun genere di essi e per il concorso di quali numeri.
Si inizierà con il primo genere, il più piccolo costituito.
Elemento di esso è il triangolo, che ha l'ipotenusa doppia del lato minore. Componendosi tali triangoli a due a due per la diagonale, e ripetendosi questo per tre volte, in modo che i cateti minori convergano in uno stesso punto come in un centro, si genera un solo triangolo equilatero di sei di numero che erano.
Componendosi insieme, poi, quattro triangoli equilateri, ogni gruppo di tre angoli piani costitui¬sce un angolo solido, il quale viene subito dopo il più ottuso degli angoli piani.
E di quattro di tali angoli si costituisce il primo genere di solido, che ha la proprietà di dividere in parti simili e uguali tutta la superficie della sfera in cui è iscritta.
Il secondo, poi, è costituito dagli stessi triangoli, ma composti insieme in otto triangoli equilateri, in modo da fare un angolo solido di quattro angoli piani; ed ottenuti sei di questi, anche il secondo corpo risulta compiuto.
Il terzo genere, poi, è costituito di centoventi elementi uniti insieme, e di dodici angoli solidi compresi ciascuno da cinque triangoli equilateri piani, ed ha venti basi in forma di triangoli equilateri.
E l'uno dei due elementi ha esaurito la sua funzione, dopo aver generato queste cose.
Ma il triangolo isoscele generò la natura del quarto genere, componendosene quat¬tro, congiungendosi al centro l'angolo retto e producendo un tetragono equilatero.
Sei di tali tetragoni equilateri, col¬legati insieme, produssero otto angoli solidi, costituiti ciascuno da tre angoli retti piani.
E la forma del corpo costi¬tuita divenne cubica, avente sei basi piane quadrate.
Ma essendovi ancora una quinta combinazione (il dodecaedro), il Dio si servì di essa per decorare l'universo.

Riconferma dell'unità del cosmo
Se qualcuno, meditando con attenzione tutte queste cose, sollevasse il dubbio se si debba dire che i mondi sono infiniti o finiti di numero, potrebbe ritenere veramente che il dire che sono infiniti è l'opinione di uno che non è in pos¬sesso di quelle conoscenze che conviene avere. Invece per quanto riguarda la questione se siano stati veramente gene¬rati uno o cinque112, chi si soffermasse su tale questione potrebbe sollevare il dubbio in modo ragionevole.
Dunque, la nostra convinzione dichiara che, secondo un ragionamento plausibile, il Dio ha prodotto un solo cosmo; altri, invece, riferendosi ad altre considerazioni, avrà forse altre opinioni.

Gli elementi fisici sono prodotti dal Demiurgo mediante i solidi geometrici regolari e precisi rapporti numerici.
Ma, lasciando a parte questo, distribuiamo i generi che abbiamo ottenuto con il ragionamento, in fuoco, terra, acqua e aria.
E alla terra diamo la forma cubica.
Infatti, dei quattro generi è il più immobile e il più plasmabile dei corpi. E soprattutto è necessario che sia tale quello che ha le basi più solide.
Dei triangoli che abbiamo posto all'inizio è per sua natura più salda la base di quelli che hanno lati eguali rispetto alle basi di quelli che hanno lati disuguali.
E delle superfici composte dell'uno e dell'altro triangolo il tetrago¬no equilatero rispetto al triangolo equilatero risulta di necessità più stabile, sia rispetto alle parti che all'intero.
Perciò, assegnando questo alla terra, salviamo il ragiona¬mento verosimile.
All'acqua daremo la forma che delle rimanenti è la più difficile da muoversi e al fuoco la più mobile di tutte e all'aria quella di mezzo.
E, così, al fuoco daremo il corpo più piccolo, all'acqua il più grande, e quel¬lo intermedio all'aria.
E, inoltre, al fuoco il corpo più acuto, e il secondo in acutezza, all'aria e il terzo all'acqua.
Per quanto riguarda tutte queste forme, quella che ha il minor numero di basi è necessario che per natura sia mobi¬lissima, in quanto è taglientissima e acutissima in ogni parte rispetto a tutti gli altri; inoltre è leggerissima, essendo com¬posta dal più piccolo numero delle stesse parti.
La seconda forma ha queste stesse caratteristiche in secondo grado, e la terza forma in un terzo grado.
Dunque, secondo il ragiona¬mento retto e verosimile, ciò che è divenuto figura solida della piramide, è l'elemento e il seme del fuoco; e la secon¬da forma in ordine di generazione diciamola dell'aria, e la terza dell'acqua.
Tutte queste forme bisogna dunque concepirle così pic¬cole, che ciascuna singola parte di ciascun genere, per la piccolezza, non è visibile per nulla da noi, mentre, quando si radunano insieme, se ne vedono le masse.
E per quanto concerne le proporzioni che riguardano le quantità e i movimenti e tutte le altre potenze, si deve dire che Dio, nella misura in cui la natura della necessità, per attività spontanea o ricevendo persuasione, si arrese, le abbia armonizzate, dopo averle portate a compimento in ogni parte con esattezza secondo rapporti numerici.

Trasformazione degli elementi l'uno nell'altro
Da tutto ciò che abbiamo detto intorno a tali generi, secondo la verosimiglianza, le cose potrebbero stare nel modo che segue.
La terra, incontrando il fuoco e disciolta dall'acutezza di esso, verrebbe dispersa, sia disciolta nel fuoco stesso, sia nella massa dell'aria o dell'acqua, fino a quando, reincon¬trandosi fra di loro, le sue parti, col riconnettersi insieme le une con le altre, ridiventano ancora terra. Infatti, essa non potrebbe mai ripassare in altra forma.
L'acqua, invece, divisa dal fuoco, o anche dall'aria, è ammissibile che diventi, ricomponendosi, un corpo di fuoco e due d'aria. Invece, riguardo alle partizioni dell'aria, da una parte di essa che si dissolve potrebbero derivare due corpi di fuoco.
E ancora, quando il fuoco, rinchiuso da aria o da acqua o da qualche parte di terra, trovandosene poco dentro molta aria, acqua e terra, trascinato nel movimento di esse, combattuto e vinto, risulti infranto, due corpi di fuoco si possono ricomporre insieme in una sola forma di aria.
E quando l'aria sia vinta e sia frantumata, da due parti intere e una mezza di aria, si costituirà, per ricomposizione, un'inte¬ra parte di acqua.
Ma consideriamo queste cose anche sotto quest'altro aspetto.
Quando uno degli altri generi, preso nel fuoco, venga tagliato da esso con l'acutezza degli angoli e dei lati, svilup¬pandosi nella natura di quello, cessa di essere tagliato.
Infatti, ogni genere che sia uguale e identico a se medesimo, non è capace né di produrre alcun mutamento, né di patire alcunché da ciò che sia uguale ed identico ad esso.
Ma fintanto che l'un genere, scontrandosi nell'altro, essendo da meno, combatte con quello che è più forte, non cessa di sciogliersi. Inoltre, quando corpuscoli più piccoli e pochi di numero sono rinchiusi dentro a cose più grandi e più nume¬rose, sono frantumati e si estinguono; quando vogliono ricongiungersi nella forma del genere dominante, cessano di estinguersi, e da fuoco si genera aria, e da aria si genera acqua.
Se, invece, si muovono contro quelli, e qualcuno degli altri generi concorra a combattere, non cessano dal¬l'essere sciolti, prima che, o completamente respinti o disciolti, si rifugino nel genere loro affine, oppure, vinti e divenuti da molte una cosa sola e simile al genere vincitore, permangono ad abitare con esso.